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Sala Sismica di Genova

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ULTIMO EVENTO RILEVATO IN ZONA

SUPERIORE A MAGNITUDO LOCALE: 2.0 RICHTER

CENTRO DI OSSERVAZIONE SISMICA

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RETE SISMICA IN TEMPO REALE

La rete sismica regionale dell'Italia Nord-occidentale (abbreviazione: RSNI; codice di rete internazionale: GU) conta ad oggi 32 stazioni sismiche gestite direttamente dall'Università dei Genova (Distav) dislocate su tutto il territorio del nord-ovest della penisola italiana, facendo di questa rete una delle maggiori e più importanti reti sismiche universitarie, utile sia per il monitoraggio del territorio, sia per scopi scientifici di ricerca e analisi.

La rete sismica RSNI fa capo al laboratorio di sismologia dell'Università di Genova, che ha inoltre in gestione la manutenzione di alcune stazioni sismiche della rete nazionale di monitoraggio dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).

DI SEGUITO, I SISMOGRAMMI IN TEMPO REALE DELLE STAZIONI SISMICHE PRESENTI NEL NOSTRO TERRITORIO:

STAZIONE ACCELEROMETRICA E VELOCIMETRICA DI BRICHERASIO

STAZIONE ACCELEROMETRICA E VELOCIMETRICA DI CESANA T.SE

L'ATTIVITA' SISMICA IN PIEMONTE

Il territorio piemontese è sede di attività sismica caratterizzata da un numero elevato di eventi, generalmente di bassa intensità. Il maggior numero di terremoti si distribuisce prevalentemente lungo l'arco alpino occidentale secondo due direttrici principali: una segue la direzione dell'arco alpino nella sua parte interna, in corrispondenza del massimo gradiente orizzontale della gravità; l'altra risulta più dispersa e segue l'allineamento dei massicci cristallini esterni, in corrispondenza del minimo gravimetrico lungo il versante francese. Le due direttrici convergono nel Cuneese, mentre verso la costa si nota una maggiore dispersione che interessa il Nizzardo e l'Imperiese. Un'ulteriore area di attività sismica per il Piemonte è costituita dall'estremità settentrionale degli Appennini ed interessa le zone sud-orientali della regione. Sono infine noti alcuni eventi con elevata profondità ipocentrale, distribuiti anche nella parte centrale del territorio piemontese, che hanno origine in strutture profonde, suggerendo una correlazione con estremità meridionali della crosta profonda della placca europea.

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